I pericoli del Thè 

di | 25 Maggio 2020


Il Thè è una delle bevande più consumate al mondo. I suoi benefici sono noti, al contrario dei pericoli che può portare l’ elevata assunzione

Il Thè ha origini millenarie. In Europa arriva nel 1500, grazie alla Compagnia olandese delle Indie, anche se solo un secolo dopo inizia ad essere usata come bevanda, soprattutto in Inghilterra.
Tra i più antichi produttori ci sono Cina, Giappone, India.

Molte persone lo degustano anche a colazione, al posto del latte. Ci sono tantissime varietà di Thè, ma essenzialmente si hanno due tipi: nero e verde, anche se le foglie che lo costituiscono sono le stesse e la distinzione è perché ne tipo nero avviene la fermentazione. La pianta di Thè è simile a quella delle Camelie.

Il Thè è un potente antiossidante, ma ha anche altre azioni come essere eccitante sul sistema nervoso, aumentare la pressione sanguigna, favorire la digestione e la diuresi.

Quindi per le sue caratteristiche è molto utile in diverse situazioni.

Quale scegliere?

La scelta varia a secondo i gusti, ma deve essere anche fatta tenendo conto di altri fattori come la confezione ed il tipo.

Ci sono diversi studi che hanno evidenziato problematiche relative alla confezione e al consumo.

Nel 2015 è stata infatti condotta da un gruppo di ricercatori italiani un’indagine sulla costituzione dei filtri-tessuto delle bustine di Thè in commercio.

Per la prima volta questo studio ha evidenziato la presenza di sostanze tossiche (ftalati) nei filtri, ma in realtà sono state individuate anche nella bevanda ottenuta dall’infuso.

Queste sostanze fanno parte della categoria di sostanze classificate come interferenti endocrini, poiché interferiscono con il sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute della persona oppure sulla sua progenie.

Nei filtri esaminati durante lo studio sono stati individuati sedici diversi ftalati e tra questi ve ne sono 3 (DEHP), (BBP), (DBP) già messi al bando nel 2006 dalla CE, quali sostanze tossiche per la salute umana e alcuni anche per l’ambiente. Possono infatti far insorgere tumori o alterare la funzione della tiroide, o anche ridurre il livello di colesterolo.

Molti studi hanno anche evidenziato che sui bambini il loro effetto è ancora più accentuato.

Infatti l’UE ha vietato l’uso di tali sostanze in tutti i giocattoli e articoli di puericultura oltre che nei cosmetici.

I valori di ftalati nell’infuso sono inferiori rispetto a quelli rilevati nel solo filtro, ma trattandosi di interferenti endocrini, bisogna considerare che questi agiscono già a dosi molto basse.

Poiché il Thè in bustine è usato anche come alimento anche per i bambini, dovrebbe essere oggetto di divieto questo tipo, se contiene tali sostanze.

Questo particolare e singolare studio sui filtri da Thè, ha fatto emergere per la prima volta un importante aspetto di sicurezza alimentare, mai prima d’ora valutato. Secondo gli autori dello studio, altre ricerche sono necessarie per poter capire meglio la problematica.

Più recentemente, anche un altro studio ha posto invece l’attenzione sull’uso delle bustine di plastica.

I risultati hanno evidenziato che immergendo il filtro contenente il Thè, in una tazza di acqua bollente (95 °C), vengono rilasciate circa 11,6 miliardi di microplastiche e 3,1 miliardi di nanoplastiche. La quantità di microparticelle rilasciate dalla confezione della bustina è inoltre molto più elevata rispetto alle quantità trovate in altri alimenti.

L’effetto di queste microplastiche sulla salute umana è ancora in via di studio. Gli organismi usati per valutare la tossicità hanno evidenziato un cambiamento nel loro comportamento e nel loro sviluppo di crescita.

E’ chiaro che le conseguenze sull’uomo, anche se non ci sono ancora molti studi a riguardo, dipendono dalla quantità e dalla frequenza con la quale si consumano sia il Thè che tutti gli infusi contenuti in filtri di plastica. 

Oltre al tipo di confezione (in tessuto o in plastica), sono stati fatti altri studi sulle sostanze contenute proprio nel Thè.

Nel 2019, uno studio italiano ha valutato le concentrazioni di metalli e ftalati in 32 confezioni di Thè commerciali.

I dati sono stati utilizzati per capire la media giornaliera di metalli e ftalati, che si assumono bevendo Thè o infusi, e determinare quindi gli effetti nocivi sulla salute delle persone che consumano Thè, quotidianamente.

I campioni di tè sono stati scelti in base alla rete di vendita, al prezzo, alla qualità di marketing e alla presenza di filtri nelle confezioni. Sono state rilevate concentrazioni mediane relativamente alte di Alluminio (5240 µg / L), Nichel (44 µg / L) e Manganese (2919 µg / L).

Per fortuna i dati ottenuti hanno evidenziato che nessun metallo o ftalati riscontrati nelle infusioni di Thè e in quello solubile, indicano un rischio dannoso per la salute.

I risultati comunque ottenuti, possono servire come punto di partenza per valutare i limiti di tolleranza di metalli e ftalati nell’infusione di Thè, sopratutto se l’assunzione è costante e avviene in quantità notevoli.

E’ sempre quindi meglio assumere con moderazione e in modo alternato il Thè come qualsiasi alimento, in modo da evitare un accumulo nell’organismo dei suoi elementi, perchè possono provacare
con il tempo, effetti nocivi all’organismo.

Dott.ssa Nicoletta Paolillo

Biologa- Divulgatrice scientifica

Fonte: www.pubmed.com e Giornale biologi italiani (maggio 2015)

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